Il barone rosso: Roberto Oros di Bartini in Unione Sovietica

Oggi parliamo di un personaggio straordinario: Roberto Oros di #Bartini, il barone rosso. Genio #italiano di origini ungheresi e naturalizzato sovietico. Fu un talentoso ingegnere aeronautico, visionario cosmologo e fisico teorico. E io ve lo presento omaggiandolo con un tuffo in uno stagno marrone nella campagna russa della regione di #Leningrado. La sua vita va oltre il romanzo: orfano di madre suicida, viene adottato da un nobile rivelatosi poi il vero padre. Durante la prima guerra mondiale è catturato dai russi ed entra in contatto con il #marxismo-leninismo per poi rientrare in Italia. Ricercato dai fascisti, nel 1923 emigra in #UnioneSovietica, dove lavora nel settore dell’#aeronautica: progetterà gli aerei più veloci del mondo in quel momento. Sergej #Koroljev, progettista di razzi e principale artefice del programma spaziale sovietico, dirà di lui: “Noi siamo debitori verso Bartini. Immensamente! Senza di lui non ci sarebbe stato lo #Sputnik”. Si farà 10 anni di prigione ma non vacillerà la sua fede comunista: “#Mussolini mi aveva dato 20 anni, #Stalin me ne ha dati solo 10”. E, colpo di scena, in molti credono che il barone rosso sia il prototipo di uno dei personaggi più importati della letteratura mondiale: #Woland, il diavolo del Maestro e Margherita di #Bulgakov.
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