DATI RUBATI: Quando i SEGRETI di Stato si Comprano al MERCATO NERO
La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha condotto un’operazione contro il traffico illecito di dati riservati, culminata con l’arresto di figure di rilievo nel settore della sicurezza e delle investigazioni private. Tra le persone coinvolte e poste agli arresti domiciliari figurano Carmine Gallo, ex poliziotto e attuale amministratore delegato di Equalize, società di investigazione privata, insieme ai collaboratori Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli.
L’inchiesta ha messo in luce un sofisticato sistema di accesso abusivo a dati personali e riservati, utilizzati non solo per scopi aziendali ma anche per interessi personali, coinvolgendo imprenditori di primo piano. Tra gli indagati, oltre cinquanta in totale, spiccano i nomi di Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, e Matteo Arpe, ex banchiere, accusati di aver richiesto informazioni riservate per finalità legate a dispute familiari e patrimoniali.
Un aspetto degno di nota riguarda l’ex banchiere Matteo Arpe, che ha guidato Capitalia (ex Banca di Roma) per sei anni, ricevendo nel 2007 un bonus di fine rapporto pari a ben 37,4 milioni di euro.
L’indagine, guidata dal sostituto procuratore Francesco De Tommasi e dal collega Antonio Ardituro della Direzione Nazionale Antimafia, ha portato al sequestro di Equalize e di altre aziende collegate, attive nei servizi di gestione dati e sicurezza informatica. Il Procuratore della DDA, Giovanni Melillo, ha definito questo mercato di informazioni come “un’operazione di dossieraggio di proporzioni preoccupanti”.
I dati trafugati venivano venduti a una varietà di clienti nel settore imprenditoriale, inclusi studi legali e aziende di spicco. Tra i principali acquirenti figuravano manager del gruppo Erg, interessati a informazioni riguardanti sospetti di insider trading, e il responsabile della sicurezza di Barilla, che richiedeva dati su dipendenti sospettati di aver divulgato informazioni alla stampa. Inoltre, l’inchiesta ha rivelato il coinvolgimento di altre figure di rilievo del mondo economico e finanziario italiano, tra cui Paolo Scaroni (ex AD di Eni), Giovanni Gorno Tempini (presidente di Cassa Depositi e Prestiti), e Massimo Ponzellini (banchiere), sorvegliati o destinatari di report informativi.
Questo mercato illecito si estendeva anche a dati personali di giornalisti e altre personalità di spicco, sfruttati spesso per scopi familiari o per consolidare rapporti imprenditoriali
Sorge spontanea una domanda: perché i servizi segreti stranieri, di qualsiasi nazionalità essi siano, dovrebbero scomodarsi a mettere in piedi sofisticati sistemi di spionaggio, quando è sufficiente acquistare le informazioni da chi le vende?
Stefano Becciolini
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