Lucio Battisti | Madre Pennuta

La strada che curva E l’insegna notturna Un Tir che si ritira Tutto il sole al Nadir E alte a prua chiome d’albero E zolle che non mi arenano Finita la storia E caduto l’impero Di vivere dal vero Ecco me di anni tre E’ li che fui faraonico Tra bumbe e tra rumbe tiepide Con tante madri e il tempo un laghetto Coi pesci dei giorni E’ il gamberetto del mio compleanno che Torna li Fu molto dopo che dentro la pioggia Vidi tra mille la goccia d’acqua mia Prigionia Ho visto la neve Nei vetri che agitai Ma agitai le finestre e mai Sfere da souvenir Guidai, l’accostai e sorpassai Il tempo, l’obeso in limousine Ho usato penne più degli uccelli Ma quando mai Ho perso il sonno per scrivere solo “io volo“ Madre Pennuta il mio morbidio Mia pelle d’oca, cuscino mio Il mio Il vero è nella memoria E nella fantasia Non c’è storia e il tempo finge E poi commette l&
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