Amadeus non è un martire, la sua scelta è dettata da motivi economici

Un ennesimo addio alla Rai: Amadeus ha annunciato che nella nuova stagione televisiva si trasferirà sul canale Nove. Ad attenderlo ben 100 milioni messi in campo da Discovery. Warner Bros per i prossimi quattro anni. Nelle tasche del conduttore arriveranno 2,5 milioni all’anno. “Non mi scandalizzo per la cifra, ma c’è una sproporzione tra le capacità e i meriti artistici di Amadeus che non è un martire, né una vittima“, commenta Giovanni Valentini, editorialista del Fatto Quotidiano. “L’argomento decisivo della sua scelta è stato evidentemente quello economico“. In una Rai sempre più spoglia da “big“ che viaggiano verso altri lidi, per il giornalista questa situazione potrebbe essere “un’occasione propizia per il Servizio pubblico, per rinnovarsi. A patto che smetta di fare TeleMeloni“.  Ma la strada intrapresa dalla tv di Stato, invece, sembra essere quella di megafono del governo. La nuova norma sulla Par condicio, approvata in commissione Vigilanza, favorisce spudoratamente la maggioranza e il governo: non ci sarà alcun vincolo di tempo per i politici candidati purché parlino delle loro attività istituzionali.  “Con un regolamento di questo tipo si introduce la “Impar condicio“ - sottolinea Valentini - perché mette in condizione di disparità maggioranza di governo e opposizioni. A questo proposito - continua l’editorialista - vorrei sfidare Meloni a fare un referendum per gli abbonati al Servizio pubblico per capire se sono contenti di questa Rai“.
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