LA MIA ESPERIENZA IN ISRAELE in zona di guerra || Manuel Spadaccini
Oggi voglio portarvi la mia esperienza sulla striscia di Gaza. Dormire in stanze con bunker anti-bomba, entrare in kibbutz completamente blindati, addestrarmi con i militari israeliani e toccare con mano che cosa significa vivere in zona di guerra mi ha lasciato ricordi indelebili.
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00:00 Intro
00:36 La mia esperienza in Israele
01:00 Cosa sono i Kibbutz
02:21 Cosa significa vivere in zona di guerra
05:33 Problemi vicino alla striscia di Gaza
07:04 Il muro della striscia di Gaza
07:56 Karem Shalom
08:22 Un segno di speranza per la pace
09:03 Il mio addestramento con gli israeliani
10:48 Diamo il giusto peso alle cose
12:17 Cosa penso del conflitto israelo-palestinese
La vita in Israele è completamente diversa dalla condizione Europea. Si percepisce subito di essere in un territorio che vive la guerra ogni giorno, a partire da come sono fatte le città.
A parte le città principali come Tel Aviv, la maggior parte delle abitazioni sono organizzate in villaggi (chiamati Kibbutz) completamente circondati da mura o recinzioni e sorvegliati ventiquattro ore su ventiquattro da militari armati. Ogni kibbutz è completamente indipendente e offre tutti i servizi (scuole, ospedali, benzinai, meccanici...). Questo perché in caso di invasione l’aver perso un kibbutz non inficerebbe servizi essenziali per il resto della popolazione.
Man mano che ci si avvicina alla Striscia di Gaza le abitazioni si fanno sempre più rade. Si iniziano poi a vedere dei bunker anti-bomba alle fermate degli autobus, o vicino ai campetti da basket. Anche i terreni per centinaia di metri prima del confine non sono coltivati. Questo anche per via di un problema con degli ordigni incendiari rudimentali che dai Paesi confinanti vengono inviati sul territorio limitrofo.
Sono stato a Karem Shalom, il Kibbutz più vicino al confine. Addirittura il muro di cinta del kibbutz è attaccato al muro della striscia di Gaza. Mi ha colpito vedere che sui bunker anti-bomba e sui muri di confine erano disegnate delle immagini, come se fossero dei murales, per abbellire queste barriere di cemento alte cinque metri. Molti di questi disegni raffigurano però scene di pace, e questo mi fa ben sperare sulle nuove generazioni.
Non posso scendere in dettagli circa quello che ho visto o fatto ma posso dire che i training con i militari israeliani erano molto intensi. Molte volte ti spingono oltre il tuo limite e ti insegnano a non mollare mai, a resistere e a combattere. Questo è quello che mi sono portato dietro e che ancora insegno ai miei corsi di Tiro (Tactical Combat Shooting - TCS) e di Krav Maga (nella Krav Maga Academy).
Questa esperienza mi ha anche insegnato a dare il giusto peso alle cose: tante volte ci perdiamo in cavolate: il dissing, il vestito di marca, i litigi inutili. Tutte queste cose sono nulla in confronto ai pensieri che possono avere i comuni cittadini in Israele, costretti a vivere in una situazione di costante allarme e apprensione.
Spero di essere riuscito a trasmettervi quello che ho provato e le mie impressioni.
👇Fatemi sapere cosa ne pensate voi e che cosa vi ha colpito di più nei commenti.👇
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