Canis Pugnax | L’asso nella manica degli antichi romani
CANIS PUGNAX | L’ASSO NELLA MANICA DEGLI ANTICHI ROMANI!
Da quando l’uomo ha iniziato ad addomesticare i cani, questi non hanno mai smesso di rivestire un ruolo cruciale in battaglia. Questi animali fedeli ricoprirono ruoli essenziali negli eserciti di antiche civiltà come l’antico Egitto, la Grecia, gli Assiri, i Babilonesi e i Persiani; tuttavia, fu tra le fila dell’esercito romano che i cani, in particolare il noto ’’Canis Pugnax’’, si rivelarono particolarmente temibili. Andiamo insieme alla scoperta del Canis Pugnax, delle tracce indelebili che ha lasciato nella storia, e del suo ruolo in battaglia!
CANIS PUGNAX (IL CANE DA COMBATTIMENTO)
Il Canis Pugnax, il cui nome latino si traduce in “cane da combattimento“, fu una razza che i Romani impiegarono frequentemente in battaglia. Sebbene oggi questa razza di cane sia estinta, si ritiene che geneticamente il Canis Pugnax fosse strettamente legato alle razze moderne del mastino napoletano e del cane corso. Si pensa quindi che raggiungesse un’altezza di circa 70 cm al garrese e che il suo peso oscillasse tra i 40 e i 100 kg.
Il morso di questo cane era estremamente potente, esercitando una forza che si stima fosse attorno ai 50 kg/cm²; a titolo di confronto, il morso di un leone africano genera una forza di 45 kg/cm². Questi cani erano così temibili che i Romani assegnarono loro gradi specifici nell’esercito, inserendoli nelle unità militari degli auxilia, le unità di supporto.
Il Canis Pugnax era addestrato in scuole gladiatorie speciali situate nella città di Capua. I cani venivano qui istruiti a distinguere tra amici e nemici, a ricevere cibo solo dagli alleati, ad attaccare solo ad ordine dato ed ovviamente a macellare l’avversario. Per eliminare il timore verso l’uomo, i Romani finirono pure per dar loro in pasto prigionieri di guerra vivi, da qui la celebre frase:’’dare in pasto ai cani’’.
COME ERA IMPIEGATO IL CANIS PUGNAX IN BATTAGLIA?
Il Canis Pugnax veniva impiegato in diverse modi:
Per rilevare la presenza del nemico durante le marce ed evitare possibili imboscate, il Canis Pugnax veniva collocato all’avanguardia, a diverse centinaia di metri di distanza dalle formazioni romane.
I soldati romani percorrevano in media 30 km al giorno, montando accampamenti temporanei per riposare durante la notte. In questo contesto, il Canis Pugnax si dimostrava cruciale per rilevare la presenza dei nemici notturni, sia svegliando l’esercito con i loro abbaii, sia attaccando direttamente il nemico. È importante notare che il pelo di questi cani era completamente nero, il che li rendeva invisibili nel buio, un problema enorme per i nemici che cercavano di localizzarli prima che questi cani si avvicinassero furiosamente.
Nel contesto militare, si ipotizza che il Canis Pugnax fosse equipaggiato con un’armatura leggera in cuoio o con un’armatura lamellare. Si ritiene che i Romani equipaggiassero frequentemente questi cani con collari con spuntoni o lame per lanciarli contro la fanteria nemica, o con collari con torce infuocate o contenitori di olio bollente per incendiare i villaggi nemici. Data la loro agilità e le dimensioni ridotte rispetto ai cavalli, erano inoltre bersagli difficili da colpire con frecce o giavellotti. In aggiunta, per renderli impossibili da afferrare, i Romani tagliavano a questi cani le orecchie e le code.
Durante gli assalti, i Romani potevano scegliere di dare l’ordine a decine di questi cani di attaccare le linee nemiche allo stesso tempo. Immagina interi gruppi di cani che si avvicinano, equipaggiati con torce infiammate o armati di collari con lame: un’immagine indubbiamente terrificante. I cani erano utili non solo per seminare il caos tra le truppe nemiche, ma anche per abbattere la cavalleria e per impedire al nemico di riorganizzarsi durante la ritirata.
Il Canis Pugnax veniva anche utilizzato per la caccia, per inseguire i criminali nei boschi, e partecipava alle esibizioni nelle arene, come quella del Colosseo, contro gladiatori o altri animali. Questo cane veniva anche impiegato per proteggere le case dei patrizi. È interessante notare che l’avviso “ATTENTI AL CANE“ ha le sue radici in questo periodo, poiché i patrizi ponevano un cartello con la scritta “CAVE CANEM“ sulla recinzione delle loro ville per evitare problemi legali.
Il Canis Pugnax svolse un ruolo cruciale in quasi tutte le battaglie documentate della storia romana, contribuendo in modo significativo alla conquista e all’espansione dell’Impero Romano. L’esempio più famoso si verificò nel 231 a.C. in Sardegna, quando gli abitanti locali adottarono tattiche di guerriglia per respingere le truppe romane e ottenere l’indipendenza. Il Console Romano dell’epoca ordinò l’invio di migliaia di cani sull’isola per stanare e neutralizzare i ribelli, riuscendo a riconquistare l’isola.
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Scrittore: Vlad Racovita
Editor: Mashudi
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