USA 1994

“Abbiamo ancora una tenue speranza.“ (Bruno Pizzul, prima del rigore decisivo di Roberto Baggio durante la finale Brasile-Italia) Il mondiale americano, quello delle partite a mezzogiorno, a 40 gradi, delle squadre fiacche, dei giocatori coi crampi, della prima finale senza reti della storia. Il mondiale delle sorprese, orfano di Francia e Inghilterra, non qualificate, vede arrivare in semifinale la Bulgaria di Stoickov e la Svezia di Brolin, entrambe sconfitte dalle due favorite della vigilia: Italia e Brasile. Ventiquattro anni dopo Città del Messico, e dodici anni dopo il Sarrià, si incontrano le due nazionali più attese. Al Rose Bowl di Pasadena, di fronte a 93 mila spettatori, a mezzogiorno e mezzo (36 gradi, 70% di umidità) scendono in campo l’Italia di Baggio e il Brasile di Romario e disputano una finale tesa, scialba, fisica, tattica. Zero gol, molti crampi e i rigori, i maledetti rigori, con la porta troppo bassa per accogliere i palloni calciati
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