“Il sogno di Öcalan - da Gezi alla fine del PKK“ - Intervista da Istanbul a Michelangelo Severgnini

“Il sogno di Öcalan - da Gezi alla fine de PKK”. Intervista da Istanbul a Michelangelo Severgnini Pochi hanno notato che il giorno dell’attentato ad Ankara, che ha causato la morte di 5 persone e il ferimento di altre 22, portato a termine da due terroristi ancora non identificati (ma sospettati di essere membri del PKK) contro la sede del TAI (Industria Aerospaziale Turca), già dal mattino era un giorno storico per la Turchia. E non solo perché il presidente Erdoğan era ospite del vertice dei BRICS a Kazan. Sui quotidiani turchi infatti apparivano, per la prima volta dal maggio 2015, dichiarazioni di Öcalan in tempo reale. Erano ormai 9 anni che al leader curdo non era concesso rilasciare dichiarazioni, cosa che invece faceva regolarmente negli anni precedenti il 2015, entrando nel merito della vita politica turca. Sensazionale però è che uno degli ultimi appelli di Öcalan, lanciato poco prima di essere messo a tacere per 9 anni, riguardava il disarmo unilaterale del PKK. Evidentemente allora non faceva comodo a nessuno. Non a caso, le campagne pro-curde hanno ostinatamente rimosso queste dichiarazioni negli anni a seguire. Oggi, qualcosa è cambiato. Il governo turco ha deciso di restituire la parola a Öcalan. Il quale è ripartito da dove era stato interrotto: “Se ci sono le giuste condizioni, ho il potere teorico e pratico per spostare questo processo dal terreno del conflitto e della violenza al terreno legale e politico”. A queste parole ha fatto seguito una dichiarazione laconica di Cemil Bayık, generale e leader armato del PKK, dai moti di Qandil in Iraq: “Siamo noi a decidere se le forze armate si ritireranno o meno. Apo non può decidere”. Questa straordinaria intervista a Michelangelo Severgnini, testimone diretto di quegli avvenimenti quando all’epoca viveva a Istanbul, ripercorre e ricostruisce la storia di quegli anni, recuperando alcune considerazioni andate perdute qui in Europa. L’intervista, girata a Istanbul lo scorso 19 settembre 2024, diventa quindi premonitrice di ciò che si sta consumando in Turchia in queste ore.
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