Tra i temi più affascinanti, e meno dibattutti, riguardanti l’epilogo dei cavalieri templari troviamo alcune frammentarie notazioni storiche relative all’ultimo Gran Maestro dell’Ordine, Jacques de Molay, e al trafugamento delle sue ossa, successivamente al rogo che lo martirizzò, per conservarle come reliquie in ‘luoghi santi’.
Tra i primi a renderne memoria troviamo ‘lo storico dei grandi’, Giovanni Villani che nella sua Nova Cronica (Libro IX, cap. xcii), scritta tra il 1322 e il 1348, quindi molto vicina ai fatti che ripropone, afferma senza mezzi termini “…è nota che la notte appresso che’l detto maestro e’l compagno furono martorizzati, per frati e altri religiosi le loro corpora e ossa come reliquie sante furono ricolte, e portate via in sacri luoghi…”.
Questa notazione compare anche nel testo Grandes Chroniques de France in cui vengono dedicate quattro righe all’evento ma in cui viene specificato che “… le loro ossa furono bruciate e ridotte a polvere”, quasi come se il re e i su
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