Landini inneggia alla ribellione, ma dimentica i lavoratori sospesi che rifiutarono il green pass
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Una grande manifestazione quella della #CGL a Roma sabato scorso in piazza, con oltre alla CGL 100 associazioni che hanno manifestato in nome di una cosa di per sé giusta, il lavoro, la Costituzione, la difesa della pace e della democrazia. Tutti temi che non possono che trovare condivisione massima e dunque accordo. In questa manifestazione ha preso anche la parola Landini, rappresentante della CGL, il più grande sindacato italiano, il quale Landini così ha detto: “ribellarsi per cambiare il paese, difendere e attuare la carta, partendo dal lavoro e passando per pace, salute, democrazia, ambiente, salari, istruzioni, fino ad arrivare ai diritti“, spiega Il Fatto Quotidiano in un puntuale articolo con il quale ricostruisce la manifestazione nei suoi temi e nei suoi problemi e altresì prende in esame l’intervento di Landini. Ordunque, dell’intervento di Landini colpisce soprattutto questa esortazione alla ribellione, davvero curiosa se si considera che proviene da #Landini, il quale propriamente negli ultimi tempi non si è certo distinto per spirito di ribellione e di protesta contro il sistema sempre più asimmetrico del neoliberismo imperante. A questo riguardo vorremmo, senza volontà di polemica, domandare placidamente a Landini dove era quando i lavoratori venivano sospesi perché privi dell’infame tessera verde, della discriminazione, del controllo biopolitico totale e totalitario.
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1 year ago 00:04:15 1
Landini inneggia alla ribellione, ma dimentica i lavoratori sospesi che rifiutarono il green pass