LO SFOGO DI BAGNAI AL SENATO ► “RIMEDI INADEGUATI E UMILIAZIONI: STATE AFFOSSANDO L’ITALIA!“

ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE: ULTERIORI APPROFONDIMENTI SU: L’intervento del Senatore della #Lega Alberto #Bagnai durante la seduta n. 211 del 29/04/2020. «Come le pecorelle escon del chiuso a una, a due, a tre, e l’altre stanno timidette atterrando l’occhio e ’l muso», così, dopo l’ultima volta in cui ho avuto il privilegio di rivolgermi alla Presidenza in quest’Aula, per recarle l’allarme democratico di milioni di italiani, i costituzionalisti sono usciti dal chiuso dei loro santuari e hanno scoperto la #Costituzione. Meglio tardi che mai, viene da dire. È una deriva autoritaria oggettiva: dato che i salari sono la fonte di reddito della maggioranza, l’unico modo che il sistema ha di perpetuarsi è comprimere, insieme ai salari, la democrazia: impedire alla maggioranza di esprimersi. E naturalmente ogni riferimento alla necessità di elezioni politiche che riallineano il #Parlamento agli elettori è puramente intenzionale. E che c’entrano i costituzionalisti con queste valutazioni? Che c’entra il #DEF? C’entrano perché le dinamiche che ho descritto si riflettono in una scelta giuridica di gerarchia delle fonti, quella di sottomettere la Costituzione di una Repubblica fondata sul lavoro, articolo 1, ai trattati di un’Unione basata sulla stabilità dei prezzi, articolo 3, comma 3, del Trattato sull’Unione europea (TUE). Ora le due cose insieme non si possono avere per il semplice motivo che i prezzi e la loro inflazione sono legati alla disoccupazione da una relazione inversa; per controllare i prezzi devi alzare la disoccupazione. L’#austerità serve a questo; i keynesiani la chiamano «curva di Phillips», i marxisti la chiamano «esercito industriale di riserva» e la sinistra lompo la chiama «risorse». La domanda che avremmo tutti dovuto rivolgerci da tempo è che senso ha organizzare la nostra società attorno ad una “guerra santa“ contro un nemico - l’inflazione - che non c’è più? Quanta giurisprudenza costituzionale in materia di diritto del lavoro potrebbe essere, con il dovuto rispetto, rivista alla luce di questo dato di fatto? Tutte le istituzioni di cui ci siamo dotati, dalle regole di bilancio austeritarie - di cui oggi si festeggia l’apoteosi - alle banche centrali indipendenti, puntano a una sola cosa: uccidere un nemico morto. Il problema non è l’eccesso di liquidità in questo momento, ma la mancanza di liquidità. Anche prima che il prezzo del petrolio crollasse, sapevamo bene che quello che ci aspettava era un mondo di deflazione e di tassi di interesse negativi, altrimenti non ci si spiegherebbe l’appetito dei mercati per titoli a lunghissimo termine. Se i cinquantennali o i centennali con tassi fra l’1 e il 2 per cento vanno a ruba, significa che i mercati si aspettano tassi più bassi. E allora perché abbiamo perso tanto tempo a #Bruxelles, impegnandoci in trattative fallimentari e pericolose invece di unirci a quanti chiedono quella che in ogni caso sarà l’inevitabile soluzione, la soluzione che sarà adottata perché l’unica che permetterà al progetto unionista di tirare a campare ancora per un po’? Sto parlando dell’intervento deciso e illimitato della Banca centrale europea. Il #Governo sottostima l’entità della crisi e ci propone rimedi basati su strumenti inadeguati, dei quali peraltro sembra vergognarsi. È stato notato in altra sede che il ricorso al MES, cioè le forche caudine alla cui umiliazione questo Governo ha voluto esporci, nel dileggio unanime della stampa internazionale, non è nemmeno citato nel DEF. Forse una cosa non è chiara; tutti gli strumenti di finanziamento europei proposti prevedono che una qualche istituzione, che sia il fondo MES, che sia la Banca europea per gli investimenti (BEI), che sia il costituendo fondo European redemption fund (ERF), collochi dei titoli sul mercato. Ora il collocamento di una quantità di titoli proporzionata alle dimensioni delle esigenze di recupero dell’eurozona richiede innanzitutto tempo e poi non è detto che vada a buon fine, a meno che non intervenga la #BCE a sostenere il mercato, perché i ritardi, in particolare quelli del nostro Paese nel gestire l’emergenza sanitaria e l’emergenza dell’economia reale, porteranno con sé una crisi finanziaria. A quel punto solo la BCE potrà fare mercato per quei titoli. La domanda quindi è: perché non ci disfiamo subito di questo tabù? Perché non saltiamo un passaggio, quello in cui ci viene chiesto di indebitarci con il #MES, con tutti i rischi connessi? Perché non chiediamo liquidità a chi può crearla senza costi? Mistero“ (...)
Back to Top