L’Accademia della Crusca è più volte intervenuta per criticare quella che definisce una “infelice novità lessicale“: il fenomeno nasce nel Nord già nei primi anni Ottanta e si diffonde attraverso l’abuso da parte di conduttori e giornalisti televisivi per poi approdare anche sulla carta stampata.
“Eppure non c’è bisogno di essere dei linguisti per rendersi conto dell’inammissibilità nell’uso dell’italiano d’un piuttosto che in sostituzione della disgiuntiva o“ si legge in una pagina del sito della st